L'esercizio posturale della bussola e il potenziamento della resilienza
Dott. Vincenzo Di Spazio
L’estensione attiva delle dita della mano prevede il coinvolgimento di diversi muscoli per consentire non soltanto la presa, ma anche la motricità fine. Vediamo quali sono: il muscolo abduttore lungo del pollice, il m. estensore breve del pollice, il m. estensore lungo del pollice, estensore comune delle dita, estensore proprio dell’indice, estensore proprio del mignolo, mm. estensori del carpo. Alla somma di questi muscoli (chiamati estrinseci) si aggiungono i muscoli lombricali e gli interossei volari e dorsali (denominati muscoli intrinseci). La compartecipazione complessa di tutti questi muscoli consente l’attivazione del cosiddetto riflesso digitoposturale (Di Spazio, 2019).
Si tratta di un riflesso misconosciuto che promuove la direzionalità posturale, cioè la comparsa di movimenti spontanei di antero-, postero- e latero-pulsione; l’estensione volontaria delle dita effettuata in piedi (in ortostatismo) e a occhi chiusi genera una direzionalità posturale senza l’intervento attivo della muscolatura striata. Trattandosi di un riflesso mai stimolato nel corso della vita (se non in modalità inconscia), la sua attivazione necessita all’inizio di diversi secondi (fino a 10-15, tempo estremamente dilatato per un normale riflesso somatico). Quale utilità riveste la conoscenza di questo singolare riflesso?
Viene utilizzato nell’esercizio neurale della bussola (Di Spazio, 2019), un esercizio studiato per il potenziamento della postura (in particolare nell’anziano), della resilienza e della sicurezza interiore. Il soggetto in piedi, a occhi chiusi e in ambiente sicuro, esplora le otto direzione classiche della bussola (Nord, Sud, Est, Ovest, Nord-Est, Sud-Est, Nord-Ovest e Sud-Ovest). L’intenzionale iperestensione di singole dita (movimenti mono- e bilaterali) genera inclinazione posturale indotta nella direzione prescelta. E’ possibile che l’inclinazione posturale verso una particolare direzione (per esempio a Est) sia inibita; in questi casi viene ripetuto l’esercizio verso Est fino a risolvere il blocco motorio.
Il blocco direzionale indica una resistenza conflittuale nella sfera emotiva dell’individuo e la sua positiva risoluzione attraverso l’esercizio della bussola ha il potere di incrementare il senso di controllo e l’autostima. La ripetizione dell’esercizio perfeziona e consolida il senso di sicurezza interiore, attivando positivamente il circuito ventrovagale del parasimpatico secondo la teoria di Porges; esercitare il riflesso digitoposturale nei difficili momenti di crisi conflittuali della vita potenzia l’autostima e genera la sensazione di dirigere in modo più positivo le proprie azioni e i processi decisionali.
Si tratta di un riflesso misconosciuto che promuove la direzionalità posturale, cioè la comparsa di movimenti spontanei di antero-, postero- e latero-pulsione; l’estensione volontaria delle dita effettuata in piedi (in ortostatismo) e a occhi chiusi genera una direzionalità posturale senza l’intervento attivo della muscolatura striata. Trattandosi di un riflesso mai stimolato nel corso della vita (se non in modalità inconscia), la sua attivazione necessita all’inizio di diversi secondi (fino a 10-15, tempo estremamente dilatato per un normale riflesso somatico). Quale utilità riveste la conoscenza di questo singolare riflesso?
Viene utilizzato nell’esercizio neurale della bussola (Di Spazio, 2019), un esercizio studiato per il potenziamento della postura (in particolare nell’anziano), della resilienza e della sicurezza interiore. Il soggetto in piedi, a occhi chiusi e in ambiente sicuro, esplora le otto direzione classiche della bussola (Nord, Sud, Est, Ovest, Nord-Est, Sud-Est, Nord-Ovest e Sud-Ovest). L’intenzionale iperestensione di singole dita (movimenti mono- e bilaterali) genera inclinazione posturale indotta nella direzione prescelta. E’ possibile che l’inclinazione posturale verso una particolare direzione (per esempio a Est) sia inibita; in questi casi viene ripetuto l’esercizio verso Est fino a risolvere il blocco motorio.
Il blocco direzionale indica una resistenza conflittuale nella sfera emotiva dell’individuo e la sua positiva risoluzione attraverso l’esercizio della bussola ha il potere di incrementare il senso di controllo e l’autostima. La ripetizione dell’esercizio perfeziona e consolida il senso di sicurezza interiore, attivando positivamente il circuito ventrovagale del parasimpatico secondo la teoria di Porges; esercitare il riflesso digitoposturale nei difficili momenti di crisi conflittuali della vita potenzia l’autostima e genera la sensazione di dirigere in modo più positivo le proprie azioni e i processi decisionali.
Dott. Vincenzo Di Spazio
Medico olistico, ha insegnato dal 1994 al 2002 al Corso Post-Laurea in Biotipologia e Metodologia omeopatica dell’Università di Urbino. Nel 1996 ha identificato l’orologio spinale dei traumi (spinal clock), una griglia temporale proiettata sui 24 punti della colonna vertebrale, scoperta che ha ispirato da quel momento in avanti tutta la sua attività di ricerca.
Sulla base di queste nuove evidenze sperimentali ha introdotto una nuova metodica di intervento, denominata cronoriflessologia spinale (AgeGate Therapy). Nel decennale della scoperta (2006) pubblica Le polmoniti di marzo. Il gene emozionale, testo che raccoglie i risultati di una fondamentale intuizione: l’orologio spinale registra non soltanto le esperienze traumatiche vissute nel corso della vita, ma contiene tangibili tracce di eventi stressanti nel gentilizio (genomica emozionale).
Ispirandosi alle indagini del neuroscienziato Giuseppe Calligaris (1876-1944), ha introdotto in terapia la leucofotostimolazione spinale. Autore di diversi testi e articoli su queste scoperte, svolge la sua attività clinica a Bolzano e conduce seminari di rilassamento energetico in acqua termale (aquanesting seahorse balance).
Sulla base di queste nuove evidenze sperimentali ha introdotto una nuova metodica di intervento, denominata cronoriflessologia spinale (AgeGate Therapy). Nel decennale della scoperta (2006) pubblica Le polmoniti di marzo. Il gene emozionale, testo che raccoglie i risultati di una fondamentale intuizione: l’orologio spinale registra non soltanto le esperienze traumatiche vissute nel corso della vita, ma contiene tangibili tracce di eventi stressanti nel gentilizio (genomica emozionale).
Ispirandosi alle indagini del neuroscienziato Giuseppe Calligaris (1876-1944), ha introdotto in terapia la leucofotostimolazione spinale. Autore di diversi testi e articoli su queste scoperte, svolge la sua attività clinica a Bolzano e conduce seminari di rilassamento energetico in acqua termale (aquanesting seahorse balance).